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«Si custodiscono - rilegati in pergamena ma ancora in disordine e in pericolo di rapido deterioramento - importanti collezioni di documenti e manoscritti della più remota antichità, la più parte concernenti le varie attività amministrative: Corte Civile, Corte Giuratoria e "Insinue", cioè registrazioni di Atti notarili. Particolare interesse presentano i 12 volumi (più volte citati) della "Giuliana" del Notaro Parisi il quale, con pazienza certosina, vi sunteggiò - intorno al 1750 - gli Atti più importanti degli antichi Notari; le "Scritture" di D. Marco Cocuzza e il "Libro del Sindaco" con trascrizione di documenti preziosi. Tanta documentazione storica è stata finora pressocché ignorata dagli studiosi, e non soltanto da essi. Ci auguriamo che questo materiale, organicamente ordinato, possa costituire fonte di studio e di consultazione, divenendo nucleo prezioso di una civica biblioteca che non dovrebbe mancare in una cittadina di così splendide origini» (P. Giovanni Parisi T.O.R., S. Lucia e il "Melan" nel mito e nella storia, Tip. "S. Cuore", S. Lucia del Mela 1973, pagg. 385-386).

sabato 15 settembre 2012

Chiesa dell’Annunziata: un intervento di manutenzione deliberato nel 1609

La chiesa dell'Annunziata vista dal Castello

Appena 22 anni prima, nel 1587, ne era stata impreziosita la facciata principale con un artistico portale decorato in pietra da taglio. La chiesa dell’Annunziata, come si evince da un dettagliato verbale di seduta consiliare che di seguito si trascrive parzialmente, minacciava rovina. Era la primavera del 1609. I problemi statici riguardavano soprattutto un muro pericolante posto in prossimità dell’organo, muro che, sebbene fosse stato precedentemente incatenato, rischiava di travolgere la tribuna, il suo coro, la sacrestia e persino il campanile quattrocentesco.

Per ovviare a tali inconvenienti gli amministratori comunali dell’epoca, i giurati, decisero dunque di convocare il consiglio comunale, proponendo un intervento suggerito da un ingegnere e rivolto a realizzare due “barbacanj o dolfini”, ossia due robuste scarpe di rinforzo da collocare alla base del muro pericolante. Scarpe che si sarebbero dovute eseguire previo scavo di profondi fossati, in maniera tale da rinforzare il muro pericolante sin dalle fondamenta («pedamenti»). La circostanza poi che tali barbacani si sarebbero dovuti realizzare lungo la strada pubblica ci spinge ad ipotizzare che il muro oggetto d’intervento fosse quello che attualmente si osserva - lungo le facciate esterne - alla sinistra del portale laterale della chiesa: si tratta infatti di un’alta struttura muraria che, oltre a sorgere in prossimità della tribuna (porzione della chiesa più di tutte minacciata da un eventuale crollo), presenta ancor oggi una possente scarpa di rinforzo. Di conseguenza è verisimile che l’organo fosse collocato nel 1609 non già in prossimità del portale principale, dove attualmente si trova, bensì nella tribuna.

  La scarpa di rinforzo: forse l'intervento progettato nel 1609?

Il verbale di seduta consiliare, nel sottolineare il notevole pericolo per la pubblica incolumità («sarrìa gran fracasso et occisione di persone»), descrive con dovizia di dettagli la ricerca della fondi finanziari da destinare al finanziamento dei lavori. Su proposta del sindaco Giuseppe Monforte si deliberò infatti di imporre per la durata di quattro anni un tributo locale, la gabella sulla «venditura del pane», da destinare appunto al finanziamento del cantiere. La proposta del sindaco venne deliberata quasi all’unanimità: su 65 consiglieri presenti (da Cola Pietro Giunta a Antonino Pagano, da Andrea Rugulo ad Angelo Schepisi) soltanto uno si astenne: Paolo D’Amico detto Ranunchia.





Die 8° eiusdem (maggio 1609, ndr).

Preposta di consiglio fanno li mag[nifi]ci Mario Trovato, Io[anni] Paulo Pagano per la absenctia di Francesco Basili che si retrova fora di questa terra et suo territorio et per la absenctia di Francesco Carrozza che si trova a letto malato, giurati di questa Università [Comune, ndr] di S.ta Lucia promulgato prius banno per loca solita et consueta ditte terre ut moris est *** per Antoninum Cipulla publicus preconem [banditore, ndr].

Gintilhomini et honorati citatini la chiamata delli S.ri VV. è stata per darli ad intendiri qualmenti // li procuratori della ecclesia devota della nostra S[igno]ra della Annunciata parrochia antiquissima di questa nostra Università ni havero fatto ad intendiri et cossì claramenti si vedi che si va precipitando per diversi parti di quella et precise dello muro del’organo il quali più anni sonno che ha incomenzato a largarsi et hora sta aminazando ruina di cascari non li giovando esseri incatinata al quale per essere di grandi alteza et largazza cascando con esso tirirà larco del santissimo crocifisso la tribona il coro l’organo sacrestia et anco farrà consentire et precipitarsi il campanaro inseme con tutta la eclesia per esseri antiqua fabrica molta antiqua et fabricata si come di ingingneri è stato provisto che detta eclesia cadendo si come di facili non po mancare di sucediri lu danno et si non vi è opportuno remedio et aiuto con prestezza verrà a farci di interesso a questa Università di scuti dechimila di fabrica che di novo li vorria detta fabrica farni ultra il danno che potria succediri a lu detto muro cossì a tempo che la detta chiesa si trova piena di genti che stanno intendendo missa et altri divini offici et nelli festi principali et dominichi del’l’anno che per la devocione grandi che ci è in ditta eclesia per sempri piena nelli missi et divini offici et anco in giorno di lavoro il che succedendo casu quod absit sarria gran fracasso et occisione di persone unde per servitio et ornamento del culto divino è necessario innanti che si venga a tali e tanto gran danno provedersi di opportuno remedio che son questi // di farsi doi grandissimi barbacanj seu dolfini che incomenzassero dalla strata pubblica per appoggiare a detto muro et quel tanto è necessario nelli quali vi è necessario farsi fossati grandissimi per haveri stabilezza et profundi pedamenti acciò detto muro stia fermo et non più vada precipitandosi si come ogni uno di noi lo ha visto et vedi essere cosa necessaria et per lo per farsi dette barbacani seu dolfini et per farsi larco della tribona innanti che cascassi li è necessario grandissima spesa et non havendo la ditta chiesa di onde reparare pigliare stante che è povera et non ha patrimonio alcuno come ad ogni uno consta et acciò non succedi maggior danno et interesso al populo di detta Università et per potersi con facilità et prestezza reparare detta chiesa quali al presenti si ritrova in urgenti necessità di cascari perciò havemo fatto congregari et intendiri supra ciò quello li pari per servitio di nostro S[igno]ri et della santissima sua matri nostra S[igno]ra et quel tanto che sarrà per voi concluso dondi si exequirà.

Gioseppi Monforti sindico di essa Università havendo inteso et ben considerati la condengnia preposta di detti magnifici giurati per trovarsi modo et manera di cavarsi il denaro per detto reparo et fabrica di detta sancta casa di nostra S[igno]ra della Annunciata è di voto et parere che si inponga una gabella sopra la vendita del pani et si dugni per anni quattro per subsidio di detti repari et remedij di detta fabrica con questo che si facci scandaglio dalli magnifici Iurati di questa Università sopra il pane di tarì uno et grana dechi per unze di venditura che veni // un pichiulo per pani (…) [Archivio Storico della Città di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II del 1606-1610, ff. 559v, 560r, 560v, 561r].

Legenda:
*** = termine di difficile trascrizione
// = fine di ciascun foglio manoscritto

Di seguito i fogli 559 verso, 560 recto, 560v e 561r del vol. II del 1606-1610 del fondo "Corte Giuratoria" (si ringrazia per la gentile concessione l'Amministrazione comunale; un ringraziamento va inoltre alla dott.ssa Arizzi, responsabile dell'Archivio Storico comunale, per la cortese disponibilità). 

Ancora più in basso, le eleganti decorazioni in pietra da taglio del portale della facciata principale eseguite nel 1587.



















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