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«Si custodiscono - rilegati in pergamena ma ancora in disordine e in pericolo di rapido deterioramento - importanti collezioni di documenti e manoscritti della più remota antichità, la più parte concernenti le varie attività amministrative: Corte Civile, Corte Giuratoria e "Insinue", cioè registrazioni di Atti notarili. Particolare interesse presentano i 12 volumi (più volte citati) della "Giuliana" del Notaro Parisi il quale, con pazienza certosina, vi sunteggiò - intorno al 1750 - gli Atti più importanti degli antichi Notari; le "Scritture" di D. Marco Cocuzza e il "Libro del Sindaco" con trascrizione di documenti preziosi. Tanta documentazione storica è stata finora pressocché ignorata dagli studiosi, e non soltanto da essi. Ci auguriamo che questo materiale, organicamente ordinato, possa costituire fonte di studio e di consultazione, divenendo nucleo prezioso di una civica biblioteca che non dovrebbe mancare in una cittadina di così splendide origini» (P. Giovanni Parisi T.O.R., S. Lucia e il "Melan" nel mito e nella storia, Tip. "S. Cuore", S. Lucia del Mela 1973, pagg. 385-386).

giovedì 27 settembre 2012

Risale al 1596 il reliquiario della Santa Croce custodito nella Cattedrale





Un archivio può rivelarsi, soprattutto quando è inesplorato, una preziosa fonte di informazioni su committenze e datazioni di opere d’arte. E’ il caso dell’Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, che proprio in questi giorni, per iniziativa dell’Amministrazione comunale, sta entrando a pieno titolo nell’era digitale. Il sindaco geom. Antonino Campo ha disposto infatti la digitalizzazione di gran parte degli antichi documenti ivi contenuti, eseguita a titolo gratuito da un gruppo di volontari (perlopiù studiosi e studenti universitari).
 
Un’iniziativa meritoria che consegnerà all’ente ed agli studiosi una “copia di sicurezza”, evitando in futuro di sciupare ulteriormente gli antichi manoscritti, sfogliandoli ripetutamente, e salvaguardando nel contempo le preziose fonti storiche da eventuali furti, incendi ed altre calamità che danneggerebbero irrimediabilmente le antiche carte manoscritte. Ma soprattutto, attraverso una serie di DVD facilmente riproducibili, sarà possibile per gli utenti “portare via” l’intero archivio, sfogliandolo comodamente - sia pure in formato digitale - nelle proprie case, anche il sabato e la domenica, giorni di chiusura degli uffici comunali.

Sarà così più facile accedere alle antiche notizie d’archivio ed alle tante sorprese che potranno riservare. Come nel caso del reliquiario della Santa Croce, pregevolissima opera del Tesoro della Cattedrale. Chi scrive, attraverso i primi esperimenti di digitalizzazione, ha rinvenuto il documento che ne attesta inequivocabilmente l’anno di realizzazione. Una piccola ma affascinante scoperta condivisa con la dott.ssa Maria Pia Mistretta, storica dell’arte presso la Sovrintendenza ai BB. CC. di Messina, che ha gentilmente redatto per queste pagine una breve scheda, estratta da un suo più ampio lavoro, che aggiunge nuovi dati rispetto a quanto già scritto in passato da altri, tra tutti Padre Giovanni Parisi, il quale descrisse il reliquiario alle pagg. 374 e 375 del suo S. Lucia e il "Melan" nel mito e nella storia.

Di seguito si riportano dunque la trascrizione del documento d’archivio, un mandato di pagamento emesso dagli amministratori comunali (i “giurati”) al tesoriere Ottavio Carrozza in data 9 novembre 1596, e la scheda redatta dalla dott.ssa Mistretta, che si ringrazia per la preziosa collaborazione. Un ringraziamento affettuoso va inoltre a mons. Raffaele Insana, che con la sua consueta signorile disponibilità, ha consentito allo scrivente di fotografare il reliquiario, condotto ogni anno in processione in occasione del Venerdì Santo.


Il documento

Die VIIII° 9bris [novembre, ndr] X Ind. 1596

Noi giorati di questa Università di S.ta Lucia dicimo et ordinamo a Voi Ottavio Carrozza tesoriero di detta Università che pagati al doctor theologo don Francesco Carrozza Vicario dello clero di detta Università unzi setti quale che li damo per agioto (aiuto, ndr) per haver a comprare una thecla di argento et supra adorata di magior summa di detti unzi setti la quale servi per conservari lo ligno della Santissima Crucifissione di nostro signore Iesu Cristo che detta Università teni e per esseri fatti boni in vostri cunti da esso recupeririti atto publico di confessioni, dicimo unzi VII.

Io Dominico Crisafi, Marco Antonio Carrozza, Mario Sisilli I[urati],
Io Francesco di Amico, Francensco Trimonto (?), Petro Paulo di Patti d[eputati].

Extrat (?) confessio in attis de Mendolia die VIIII 9bris X Ind. 1596 [Archivio Storico comunale S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 1 del 1595-1600, f. 2v].

  
 
La scheda redatta dalla dott.ssa Maria Pia Mistretta

CROCE RELIQUIARIA
Argento dorato, sbalzato, cesellato, inciso
35x16
Bottega orafa siciliana

La bellissima croce reliquaria, costituita da una lamina d’argento dorato su un’anima lignea,  presenta sia sul recto che sul verso la medesima lavorazione a sbalzo a cesello e a incisione. Il profilo è definito da una doppia cornice liscia; i bracci presentano una decorazione a volute contrapposte su un fondo puntinato. Al centro è inserita la teca ovale contenente la reliquia della Santa Croce.
Le figure di santi e sante su nubi che occupano le formelle polilobate ai capicroce sono delineate con immediatezza e attenzione naturalistica,  nelle fisionomie dei volti e nei dettagli degli attributi iconografi individuali e nelle vesti, contraddistinte da panneggi, elaborati persino nella definizione delle ombreggiature rese attraverso tratteggi disposti con sapienza. Va sottolineata inoltre la scioltezza con cui le figure sono inserite nel ristretto spazio e la varietà di posizioni assunte.
Uguale minuzia è impiegata nella base che rappresenta un’altura pietrosa, con chiaro riferimento simbolico al Golgota, costellata di piccoli ciuffi d’erba e persino di minuscole architetture.
Il manufatto presenta uno stato di conservazione in generale discreto; risultano mancanti alcuni dei piccoli frutti terminali applicati attraverso perni metallici.
Il recente rinvenimento di un documento presso l’Archivio Comunale rappresenta una preziosissima risorsa per la datazione della croce, che pertanto si può fissare agli anni allo scadere del XVI secolo. L’atto testimonia lo stanziamento di una somma di sette onze come contributo della comunità luciese per l’acquisto del reliquiario di valore superiore. Tutto l’apparato stilistico e decorativo legato al nascente gusto rinascimentale è perfettamente coerente con la datazione che viene ad essere certificata, anche se non sono da escludersi interventi di epoca successiva.
Nella croce, priva di marchi, è ravvisabile la mano di un grande artista, il cui nome rimane tuttavia sconosciuto. L’opera è certamente ascrivibile ad una delle molte botteghe orafe siciliane capaci di produrre oggetti, come nel caso presente, di grandissima qualità. 


Le foto gentilmente concesse da mons. Raffaele Insana

Recto








 Verso








La base



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