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«Si custodiscono - rilegati in pergamena ma ancora in disordine e in pericolo di rapido deterioramento - importanti collezioni di documenti e manoscritti della più remota antichità, la più parte concernenti le varie attività amministrative: Corte Civile, Corte Giuratoria e "Insinue", cioè registrazioni di Atti notarili. Particolare interesse presentano i 12 volumi (più volte citati) della "Giuliana" del Notaro Parisi il quale, con pazienza certosina, vi sunteggiò - intorno al 1750 - gli Atti più importanti degli antichi Notari; le "Scritture" di D. Marco Cocuzza e il "Libro del Sindaco" con trascrizione di documenti preziosi. Tanta documentazione storica è stata finora pressocché ignorata dagli studiosi, e non soltanto da essi. Ci auguriamo che questo materiale, organicamente ordinato, possa costituire fonte di studio e di consultazione, divenendo nucleo prezioso di una civica biblioteca che non dovrebbe mancare in una cittadina di così splendide origini» (P. Giovanni Parisi T.O.R., S. Lucia e il "Melan" nel mito e nella storia, Tip. "S. Cuore", S. Lucia del Mela 1973, pagg. 385-386).

mercoledì 10 ottobre 2012

Ulteriori appunti sul cantiere della Cattedrale


Una tributo sulle sete per finanziare la costruzione della Cattedrale di S. Lucia del Mela. Fu questa la fonte di finanziamento che, almeno inizialmente, fu prescelta dagli amministratori comunali per far fronte alle notevoli spese necessarie per fabbricare l’edificio religioso. Un tributo, la “gabella della seta”, che tradisce una notevole produzione serica a cavallo tra Cinque e Seicento nelle alture luciesi, dove indubbiamente era estesa la coltivazione dei gelsi per produrre foglie da destinare ad abbondanti allevamenti di bachi da seta.

Nel 1594 un bilancio comunale (libro d’introito ed esito) attesta in oltre 200 onze l’introito annuale della gabella da destinare alla fabbrica della Cattedrale. Una somma considerevole attestata dalla seguente annotazione: «da Francesco Maria Pancaldo, per la gabella di la sita, onzi duicento et dudichi quali per consiglio et confirma di Sua Eccellenza [il vicerè, ndr] et Real Patrimonio sonno girate alla majore ecclesia per la frabica et amplificattione di essa ecclesia, dicemo onze 212».

Una delibera del consiglio comunale adottata in data 13 settembre 1592 attesta che, sebbene finanziati già da tempo con la suddetta gabella, i lavori tardarono ad iniziare a causa della mancata nomina del “depositario” che avrebbe dovuto materialmente spendere i fondi, previa polizza sottoscritta da due procuratori nominati periodicamente dai giurati. Con la delibera consiliare del settembre 1592 venne così eletto il depositario nella persona di Marco Sisilli e fu dunque dato il via ai lavori iniziati verisimilmente di lì a poco. Tale provvedimento consiliare se da un lato conferma quanto già scritto dagli storici locali, ossia che il cantiere di fatto venne in parte impiantato nell’area della vecchia matrice, che coi lavori in questione sarebbe stata dunque “ingrandita et ampliata” trasformandosi di conseguenza in un tempio più vasto e moderno, dall’altro consente di anticipare la datazione del progetto di Iacopo Del Duca di qualche anno: l’allievo di Michelangelo progettò con tutta probabilità la Cattedrale luciese intorno al 1591, anno più, anno meno.

Un’ulteriore annotazione, inoltre, relativamente al Vincenzo Feriati o Ferriato che dal 1607 completò il cantiere, modificando con tutta probabilità le scelte progettuali del Del Duca. Ebbene, Vincenzo viene a ragione identificato con l'appaltatore che curò (a partire dal dicembre 1607) la costruzione del Palazzo Vescovile, anche se un disegno di tale palazzo - custodito presso l’Archivio General de Simancas - risulta datato e firmato «F. Feriati, 1615». E quest’ultimo era non già Vincenzo, bensì quel mastro Filippo Feriati che tra il 1613 ed il 1615 si alternò con mastro Geronimo Bartuccio alla carica di “gubernatore dell’acqua” - così veniva chiamato il progettista preposto alle manutenzioni dell’acquedetto civico - e che nel 1621 curò la manutenzione di una stradella che saliva sino «alla piazza», accanto al palazzo municipale, lavori per i quali furono necessari «200 carichi di petra grossa a grana sei lo carico dello fiume», oltre a «calci, rina, petri minuti e mastri, manuali e homini». Manutenzioni stradali che, come testimonia un mandato di pagamento emesso dai giurati il 7 settembre 1621, si erano rese necessarie per «anchianàri li petri della matrici ecclesia», dunque per agevolare e favorire il cantiere (Corte Giuratoria, vol. 3 - 1610/1615, ff. 839v, 859r, 905 r e vol. 3 - 1618/1621, ff. 816 r e v e 837v ).

Dal un volume del fondo Corte Giuratoria (1618-1621), infine, un contributo di appena 5 onze «per aiuto et subsidio della fabrica della matri ecclesia che teni bisogno grandi» (6 novembre 1620) ed una spesa di onze 2 e tarì 6 erogata a «mastro Paulino Mancuso quali ci li damo per havere conzato lo pulpito et havere chiuso la tribuna di tavoli altramenti non si potria predicare nella matrice ecclesia e ditti onze 2 quasi sono per maestria, chiova et tavole» (1 marzo 1621). Quest’ultimo mandato di pagamento si riferisce proprio alla nuova matrice in corso di costruzione, dove si celebravano dunque le messe, sebbene ancora non completate le fabbriche. La tribuna della Cattedrale nel marzo 1621 era quindi ancora sprovvista di coperture, ragion per cui si rendeva necessario dotarla di una copertura lignea provvisoria.


Il documento: il verbale di seduta consiliare del 1592.

Consiglio che si elessi Marco Sisilli per depositario di li dinarj di la fabrica di la ecclesia.

Die Dominico (?)

Die 13 settembris VI Ind. 1592

Preposta di consiglio fanno li magnifici Masi Paulillo Salvo Pagano cum Thomasi di Patti in publica platia loco solito et consueto promulgato prius bapno per loca solita et consueta dicte terre et *** *** *** per Ant. *** ***.

Gentilhomini et vui altri honorati citatini sapiriti come per li nostri predecessori fu data et concessa una gabella supra la sita cum voluntà del populo et confirmata per Sua Excellentia et Real Patrimonio ad effetto di ampliarsi et ingrandirsi la maijurj ecclesia di questa Università con spendirsi questa summa di dinarj per dui procuratore quali pro tempore sarranno et videndo non essirj stato miso in executtioni la ditta fabrica et amplearsi detta ecclesia per alora non haver stato miso depositario iddonio et sofficinenti et facilitationi di detta ecclesia et del negotio et ordinij di conti che detti procuratore sono obligati et attendirij piò facilmenti ad sollecitare ad fare detta fabrica conforme al servitio di Idio Nostro Signore et la volontà del populo per tanto comandamo da voi quello meglio la parj et a vui vi piace sia eletto per ditta facilitationj et *** stare *** il dinaro et con darci meglio conto.

Fabio Romano è di voto et pariri sia eletto per depositario di li dinarj preditti Marco Sisilli per essiri persona habili et che ditto di Sisilli non pozza dari il detto denaro senza polisa sobscritta di mano di intrambo li dui procuratore qui pro tempore sarranno et che ditti magnifici iurati habbiano di fare depositare tutto lo dinaro pendente che si ha miso in executtioni a la detta fabrica in potere del detto di Sisilli acciò si faciliti il negotio ingrandirsi ditta fabrica conforme al servitio di Iddio Nostro Signore.

(…) Fuit conclusum cum voto Fabij Romano nemine discrepante [Archivio Storico comunale S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 3A - 1590/1595, ff. 221r e 221v]

 Particolare dell'elegante portale del Quattrocento.

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