Supplemento culturale di Oggimilazzo.it, giornale on-line registrato presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto n.77/2012 - Direttore responsabile: Rossana Franzone

È consentita la riproduzione parziale o totale dei saggi e/o dei documenti pubblicati nel presente blog a patto che se ne citi la fonte.


«Si custodiscono - rilegati in pergamena ma ancora in disordine e in pericolo di rapido deterioramento - importanti collezioni di documenti e manoscritti della più remota antichità, la più parte concernenti le varie attività amministrative: Corte Civile, Corte Giuratoria e "Insinue", cioè registrazioni di Atti notarili. Particolare interesse presentano i 12 volumi (più volte citati) della "Giuliana" del Notaro Parisi il quale, con pazienza certosina, vi sunteggiò - intorno al 1750 - gli Atti più importanti degli antichi Notari; le "Scritture" di D. Marco Cocuzza e il "Libro del Sindaco" con trascrizione di documenti preziosi. Tanta documentazione storica è stata finora pressocché ignorata dagli studiosi, e non soltanto da essi. Ci auguriamo che questo materiale, organicamente ordinato, possa costituire fonte di studio e di consultazione, divenendo nucleo prezioso di una civica biblioteca che non dovrebbe mancare in una cittadina di così splendide origini» (P. Giovanni Parisi T.O.R., S. Lucia e il "Melan" nel mito e nella storia, Tip. "S. Cuore", S. Lucia del Mela 1973, pagg. 385-386).

domenica 25 novembre 2012

Jacopo del Duca menzionato dalla "Giuliana Parisi" nel 1596


Un atto notarile di cui ci è giunto un breve sunto - grazie alla meritoria opera di Giuseppe Parisi, che intorno alla metà del Settecento sunteggiò con certosina pazienza gli atti dei notai defunti - consente di saperne di più sul rapporto che legava Jacopo Del Duca a S. Lucia del Mela. Nel 1596 l’allievo di Michelangelo coadiuvò i soggetti preposti alla gestione dei cantieri delle fortificazioni luciesi (i cosiddetti “deputati delle fabbriche”) nella scelta, eseguita unitamente agli amministratori comunali (giurati), di uno scalpellino cui sarebbe stata affidata la stima di «pietre di qualsivoglia spezie». Il documento attesta dunque la presenza di Jacopo Del Duca a S. Lucia, dove l’ingegnere pare fosse di casa: intorno al 1591 aveva infatti progettato la Cattedrale e offerto una consulenza per l’acquedotto civico.

La presenza di Del Duca a S. Lucia nel 1596, quattro anni dopo l’avvio del cantiere della Cattedrale, rafforza dunque l’ipotesi secondo la quale, almeno nelle prime fasi, sarebbe stato attuato il progetto dell’allievo di Michelangelo, poi snaturato verisimilmente dalla morte dello stesso ingegnere nel 1600 e dalle continue carenze di fondi che rallentavano non poco l’innalzamento dell’edificio religioso.

Resta da chiarire chi abbia portato a compimento l’opera, visto che la memoria che attribuiva la paternità progettuale della Cattedrale a Vincenzo Feriati risulta sempre più infondata. Non solo perché fa risalire erroneamente l’avvio del cantiere al 1607, ma anche perché, sulla base di recenti indagini archivistiche condotte dallo scrivente a proposito del vicino Palazzo Vescovile, sembra che l’anonimo redattore della stessa memoria - compilata intorno all’inizio dell’Ottocento tra gli ultimi fogli (f. 103) di una più antica “Giuliana della Cattedrale” e rinvenuta da mons. Salvatore Cambria nel 1935 - abbia fatto confusione col contratto d’appalto del Palazzo Vescovile, stipulato in notar Fulco l’1 dicembre 1607; palazzo costruito proprio da mastro Vincenzo Feriati. Risulta difatti improbabile che lo stesso appaltatore abbia stipulato 12 giorni dopo, presso il medesimo notaio, un altro contratto d’appalto per la fabbrica della Cattedrale, i cui lavori peraltro non ebbero inizio nel 1607, come riportato nella memoria, bensì verso il 1592.

Atto di elezione di esperto fatto per Tommaso Paolillo, Giovanni Filippo Pagano, Proccuradori delle fabriche, collo intervento di mastro Giacomo lo Duca Ingegniere messinese, presente, e pelli magnifici Tommaso Patti, Vincenzo Flaccomio e Giovanni Guglielmo di Amico Giurati di questa, fatto in persona di mastro Carlo di Arcangelo mastro di scolpire pietre, et ut dicitur scarpellatore e pirriatore per vedere e stimare tutte le pietre di qualsivoglia spezie; e come per atti sudetti sotto li 11 Febrajo 1596 del bastardello dell’anno 1585 e 1586 [refuso, 1595 e 1596, ndr] al foglio 389 [Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Giuliana Parisi, notaio Coletta la Mendolia, vol. II, f. 228 r]






 La «memoria cavata da monumenti antichi» nella trascrizione di mons. Cambria (Il Servo di Dio Mons. Antonio Franco, Palermo 1977, pag. 67).

Nessun commento:

Posta un commento